I CLUB DI SERIE A HANNO PIU PROPRIETA’ STRANIERE CHE ITALIANE !

INCHIESTA/1. PER LA PRIMA VOLTA NELLA STORIA I CLUB DI A HANNO PIU’ PROPRIETA’ STRANIERE CHE ITALIANE. SI INVESTE NELL’UNICO SETTORE CHE GODE DI REGOLE ILLEGITTIME, ZERO CONTROLLI, ZERO BUROCRAZIA, PROTEZIONE MEDIATICA, IMMUNITA’ PEGGIO DI QUELLA PARLAMENTARE. LA JUVE (COME LA FERRARI) RESISTE NELL’IMPERO AGNELLI, LAZIO E NAPOLI, ACQUISITE ILLEGALMENTE E LEGGI SPECIALI, PER VOLERE DI BANCHE E POLITICA!

Serie A sempre meno italiana: i calciatori nelle rose dei 20 club sono appena il 47% (gli stranieri il 63%, peggio solo della Premier), le proprietà sono 9 perchè 11 sono straniere di cui 8 americane, 1 indonesiana, 1 canadese, 1 rumena.

Il perchè è facile dirlo: il calcio è un forte business, niente più a che vedere con lo sport. Business che però vive sulle emozioni e sulle tasche delle persone (clienti/utenti) che finanziano direttamente (botteghino e merchandising) o indirettamente (diritti tv) i presidenti, una volta ‘ricchi scemi’ oggi ancora più ricchi e sempre più disinvolti nel frodare i tifosi nella strumentalizzazione del pubblico interesse cui indegnamente tutto si sacrifica in una sorta di vergognosa immunità ambientale!

A Bologna il canadese Joey Saputo ha origini italiane, come a Firenze Rocco Commisso con radici calabresi.
A Como sono arrivati i fratelli Robert e Michael Hartono (Budi e Bambang i loro nomi indonesiani) il cui patrimonio, secondo Forbes vale complessivamente 48 miliardi di dollari!

Sono però gli Usa ad essere la maggioranza in serie A: il fondo Oaktree controlla l’Inter (dopo il cinese Suning con la famiglia Zhang); il fondo Redbird di Gerry Cardinale guida il Milan.
I fratelli Friedkin sono a Roma oltreché all’Everton in Premier League.
Kyle J. Krause è proprietario del Parma.
Il Finanziere, ex presidente di Wall Street, Duncan Niederauer a Venezia.

Con formula di partecipazione, seppur maggioritaria, nell’Atalanta c’è Stephen Pagliuca (co-presidente di Bain Capital e co-proprietario dei Boston Celtics) che detiene il 55% delle quote cedute da Antonio Percassi, socio e co-presidente.

Ultimo a passare di mano il Verona, dove da qualche giorno sono arrivati gli americani di ‘Presidio Investors’, società di private equity con sede ad Austin (Texas) con il 100% delle quote vendute da Maurizio Setti.

Fino a poco tempo anche il Genoa era targato Usa, dal 19 dicembre è passato all’imprenditore rumeno Dan Sucu.

E gli italiani?
Resistono la Juventus di John Elkann attraverso la Exor; Claudio Lotito proprietario della Lazio; la famiglia Berlusconi al Monza anche se nelle scorse settimane Piersilvio ha annunciato: “La volontà è trovare qualcuno che faccia crescere il Monza. Noi facciamo un altro mestiere e il calcio è ormai un mondo folle”.

Poi Tommaso Giulini (proprietario di Fluorsid Group) presidente del Cagliari, Fabrizio Corsi all’Empoli. Minerva a Lecce. Ed ancora la famiglia Pozzo da anni proprietaria dell’Udinese ma anche, negli anni, impegnata a Granada e nel Watford.

Il Napoli di Aurelio De Laurentis è il solo ad aver vinto uno scudetto dopo le famiglie Agnelli e Berlusconi.
Mentre Cairo al Torino insiste nonostante sia inviso ai tifosi che ne chiedono la cessione!

Massimo Moratti, presidente del Triplete nerazzurro, ha chiarito: “Si va verso una Serie A con tutte proprietà straniere. Qualcuno resiste? Ne sono felice ma… Già nel 2011 capii che servisse altro al comando dell’Inter. I tifosi odiano i presidenti che non tirano fuori i soldi per vincere. Quando è arrivato Erick Thohir mi sono tirato indietro. Il calcio va dove ci sono grandi possibilità economiche. E poi ci sono i fondi, i soldi di tanti, oppure famiglie con enormi patrimoni come i fratelli Hartono a Como che possono sostenere i costi per gestire una club di Serie A.

Chi resiste, dovesse ricevere una buona offerta, venderà. Si va verso tutte proprietà straniere, la strada è quella. Agli spettatori non interessa la nazionalità, a loro basta che la società sia seria.

Pentito di aver ceduto l’Inter? No, ogni cosa ha il suo tempo e io ho consumato bene il mio. È stato giusto lasciare ed è stata un’avventura bellissima”.

Moratti ha mille volte ragione. Con il Verona di ‘Presidio Investors’ per la prima volta nella storia del calcio italiano, i presidenti e proprietari stranieri sono di più degli italiani.

Ed il potere di questa ‘rivoluzione’ si è subito manifestato nell’elezione di Ezio Simonelli, presidente di Lega, scelto ed eletto da Marotta (Inter), Percassi (Atalanta), Galliani (Monza in cerca di compratori) che hanno aggregato le altre proprietà Usa a cominciare dalla Roma, cui si è dovuta accodare anche la Juve degli Agnelli e gli altri, lasciando all’opposizione stupida e inutile i battuti De Laurentis e Lotito, che non contano nulla.

Dimentichiamo i Berlusconi, i Moratti, i Sensi, i Ferlaino… il mondo del calcio è diventato di RedBird, Oaktree etc etc. Un altro mondo, nel frullatore del calcio business, dove tutto cambia alla velocità della luce.

L’Italia è stata coinvolta dal fenomeno 10 anni fa.
A Roma si è passati da Pallotta ai Friedkin, al Milan da Elliot a Red Bird, all’Inter da Thohir, a Suning fino a Oaktree, un grande giro straniero.
Poi Saputo a Bologna (inizialmente affiancato da Tacopina, oggi patron della Spal), poi Commisso a Firenze, Krause a Parma, Hartono a Como e Niederauer a Venezia.

Poco prima i lungimiranti Percassi avevano ceduto il 55% delle quote ad un gruppo guidato da Stephen Pagliuca, mantenendo il ruolo di gestori seppur di minoranza, accettato per la grande competenza del management che ha portato alla vittoria dell’Europa League in una cittadina di 120.000 abitanti, oggi conosciuta in tutta Europa.

Mentre al Genoa prima con 777 Partners e ora con il romeno Dan Sucu, si prova a ripartire.

Un tempo si diceva “la serie A non è l’America!”, il celebre slogan è passato di moda. Gli ‘yankees’ hanno colonizzato un settore indebitato a dismisura portando capitali freschi e liquidità.

Oltre la Juve, fiore all’occhiello con Ferrari della Famiglia Agnelli, tengono Lazio e Napoli dove Lotito e De Laurentis, hanno acquistato entrambi nel 2004 (20 anni fa, tempo giurassico nel calcio attuale).

Il primo con un aumento di capitale che sventò le sventure di Cragnotti ed il fallimento dei biancazzurri; il secondo, Aurelio De Laurentis, direttamente dal Tribunale, sfilando illegittimamente il club all’accordo già firmato dal Tribunale di Napoli con Gaucci (Paolo Cirino Pomicino alle spalle) per il fitto di ramo d’azienda da 6 mln di euro l’anno.
Operazioni pilotate dai poteri forti: banche e politica!

La Lazio infatti ottenne la spalmatura dei 140mln di debiti in 15 anni senza interessi.

Il Napoli, grazie a Unicredit, con un De Laurentis proprietario solo di nome, in quanto la Banca rimase titolare delle azioni per 5 anni, quote che ancor oggi non sono di titolarità nota in quanto protette dalla Fiduciaria Cordusio dello stesso Gruppo Unicredit.

Il calcio è diventato un business che gode una zona franca fiscale, legislativa, mediatica, di cui nessun altra azienda può godere.

Chi avrebbe potuto non pagare IRPEF E PREVIDENZA per un totale di 840 milioni che il Governo Meloni – su pressioni di Lotito Senatore di Forza Italia – ha spalmato in 10 anni senza interessi?
Chi avrebbe potuto godere del decreto crescita paragonando i calciatori, spesso acefali, al rientro facilitato dei cervelli italiani, abbonando il 50% delle tasse?

Peraltro in un Paese con:

  • 3 miliardi di debito pubblico;
  • una evasione fiscale reato paragonabile all’omicidio;
  • un organo di controllo COVISOC che non può controllare niente perchè così vuole il Sistema;
  • una immunità addirittura più ampia di quella parlamentare;
  • zero burocrazia.

Insomma il calcio in Italia è diventato terra di conquista dei Grandi Poteri economici mondiali perchè è settore in cui tutto si può. Come invece non accade per tutte le altre attività di impresa.

UNA VERGOGNA che ha portato il calcio italiano alla rovina, la Nazionale fuori dai Mondiali da 12 anni, l’impoverimento dei settori giovanili, la perdita dei livelli occupazionali dei calciatori italiani per oltre il 67%.

Cos’altro aggiungere a questa farsa che continua a truffare i sentimenti e le passioni di milioni e milioni di Italiani?

LA SECONDA PARTE DELL’INCHIESTA INDAGHERA’ LAZIO E NAPOLI!

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